Gabriele Piciulo Gabriele Piciulo

L’autostima e la speranza di Pasqua

L’autostima e la Pasqua. Una strana coppia il cui legame non è affatto scontato.

 L’autostima è fondamentalmente una questione di autovalutazione. Anche la nostra risposta alla Pasqua è fondamentalmente una questione di autovalutazione. La Pasqua—la risurrezione del Salvatore dai morti—è fonte di speranza solo se uno vede se stesso con chiarezza.

 Proviamo allora ad approfondire questo legame inaspettato:

 L’autostima

 Tipicamente, si menziona l’autostima per commentare la sua comune carenza. Non ne abbiamo mai abbastanza. Tuttavia, non penso che la valutazione quantitativa sia sufficiente. Se vogliamo capire come dobbiamo percepire il nostro vero valore, dobbiamo partire da due domande esistenziali: “Chi siamo?” e “Perché esistiamo?”

 Solo il nostro Dio può dirci chi siamo. Dopo tutto, siamo stati fatti a immagine del nostro Creatore. Tutto il creato rispecchia indirettamente gli attributi di Dio, ma solo l’uomo porta la sua immagine, riflettendo direttamente la natura divina. L’uomo può amare ed esser amato, pensare e pianificare, creare e comunicare. Ogni essere umano ha un valore inestimabile e infinito proprio perché i suoi pensieri e le sue azioni riecheggiano la vita eterna di Dio. Infatti, sappiamo nel nostro intimo che esistiamo per conoscere e sperimentare qualcosa di più grande di noi stessi. Siamo stati creati da Dio con un valore infinito che si realizza solo vivendo per gioire nella gloria di Dio.

 Tuttavia, tristemente, la realtà dell’immagine di Dio non spiega completamente la nostra identità ed esistenza. Non si può tralasciare il problema del peccato originale. Nasciamo separati dal nostro Creatore a causa del peccato del nostro primo padre. Essendo portatori dell’immagine di Dio, i piaceri di questo mondo non possono soddisfarci. Ci proviamo lo stesso. Siamo curvi su noi stessi in quanto viviamo egoisticamente per noi stessi. Però, anche quelle volte che otteniamo ciò che desideriamo il nostro cuore caduto non dice mai “basta.” Non possiamo ricolmare del tutto quel senso di vuoto. Per di più, la nostra coscienza ci accusa e sappiamo di essere colpevoli per i modi in cui trattiamo gli altri. Viviamo nel mondo che Dio ha creato, portiamo la sua immagine ma non lo ringraziamo e non lo glorifichiamo.

 La Pasqua

 Solo la Pasqua può ricalibrare la nostra autostima poiché solo la risurrezione di Gesù Cristo può ripristinare l’immagine di Dio in noi che è stata snaturata dal nostro peccato.

Tuttavia, non c’è risurrezione senza crocifissione. E non c’è crocifissione senza incarnazione.

La Parola è diventata carne. Dio è diventato uomo per salvare l’uomo. Gesù era il perfetto portatore dell’immagine di Dio poiché ama sempre Dio Padre con tutto il suo essere e ama il suo prossimo come se stesso. Entrò in un mondo ottenebrato dal peccato senza esserne contaminato. Tuttavia, si offrì al posto di peccatori per placare l’ira di Dio. Noi meritiamo di essere puniti dall’Onnipotente per aver trascurato e sottovalutato la sua santità. Tuttavia, Gesù Cristo—vero Dio e vero uomo—si sostituì ai peccatori, caricandosi con la condanna di tutti coloro che avrebbero mai creduto in Lui.

 Non finse di morire. Gesù fu posto in una tomba e il suo corpo ci giacque da venerdì a domenica. Però, non rimase nel sepolcro. Fu risuscitato il terzo giorno. La sua risurrezione è l’alba di una nuova creazione; una nuova vita che vince la morte. La risurrezione è fonte di una speranza viva perché i nostri peccati possono essere perdonati e non dobbiamo mai più essere definiti da essi. Per di più, uniti a Cristo possiamo iniziare a vivere come veri portatori dell’immagine di Dio, attendendo il ritorno del nostro Salvatore.

 A volte quando si parla di autostima, si parla pure di fiducia in se stessi. Però, confidare in noi stessi non può che portare alla confusione. Solo ponendo la nostra fiducia e speranza in colui che è morto e risorto possiamo vederci così come siamo: peccatori che hanno bisogno di salvezza per poter conoscere Il Dio di cui portiamo l’immagine. Dobbiamo conoscere la risurrezione di Cristo per vivere veramente:

 2 Cor. 5:15 “egli morì per tutti, affinché quelli che vivono non vivano più per se stessi, ma per colui che è morto e risuscitato per loro.”

Scopri di più