Come affrontare il problema dell’ira parte 3
Di Massimo Mollica
Due settimane fa abbiamo parlato del fatto che la nostra ira non è colpa degli altri, ma scaturisce da una lotta tra diverse passioni interiori, da desideri forti (anche per cose legittime) che non sono soddisfatti, dall’invidia, dalla gelosia e dall’egoismo (Giacomo 4:1-3).
Ho vissuto la realtà di questi versetti qualche settimana fa. Era domenica sera e avevo appena mandato i miei figli a letto. Avevamo trascorso il weekend facendo i compiti per la scuola e in famiglia ci eravamo goduti una lunga (e stancante) passeggiata. Ero contento di poter finalmente andare a letto anch’io per staccare la spina guardando Netflix, mi sembrava il modo migliore per prepararmi alla settimana seguente. Dopo appena cinque minuti, uno dei miei figli si è alzato, ricordandosi di un modulo che doveva consegnare alla professoressa l’indomani e che andava compilato dai genitori. Non sapevo a cosa servisse questo modulo e di cosa si trattasse. Già al primo sguardo, ero convinto che mi servisse un po’ di tempo per capirlo. Mi sono arrabbiato rimproverando mio figlio per non averci pensato il giorno prima quando facevamo i compiti. A che cosa era dovuta la mia rabbia? Era per il mancato senso di responsabilità di mio figlio? Secondo le parole di Giacomo, questa lite era dovuta a passioni che si agitavano nella mia anima, desideri insoddisfatti. Avrebbe dovuto comportarsi diversamente mio figlio? Sì. Di chi era la responsabilità per la mia rabbia? Mia.
Mi sono dovuto fare quella stessa domanda, di cui ho parlato nel precedente articolo, per capire quale fosse il mio desiderio interiore a motivo della mia reazione: “Che cosa desideravo in quel momento che era più importante dell’ubbidienza a Dio?” Dopo aver fatto così tanto con i miei figli quel weekend, pensavo di essermi meritato un po’ di svago, desideravo rilassarmi. In quel momento, il desiderio di una cosa buona era diventato eccessivo ed ho peccato nel momento in cui non l’ho soddisfatto.
Il gran comandamento è “Ama il Signore Dio tuo con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente” (Matteo 22:37). Possiamo dire, dunque, che i desideri contrari alla volontà di Dio (la gelosia, il rancore, il desiderio di vendetta e l’immoralità sessuale) e quei desideri neutrali (il desiderio di rispetto, di conforto, di beni materiali) che sono spinti fino al punto di prendere il posto di Dio, sono desideri idolatri. 1 Giovanni 5:21 dice “Figlioli, guardatevi dagl'idoli”. L’idolatria non è limitata al pregare, all’adorare, al venerare o al prostrarsi davanti a statue e immagini, ma include anche i desideri interiori a cui diamo priorità e che governano quindi i nostri comportamenti. In quel momento, il mio desiderio di rilassarmi era diventato idolatro.
La presenza di queste passioni idolatre è la prova che non amiamo Dio con tutto il nostro cuore e che non amiamo il nostro prossimo come amiamo noi stessi. Tuttavia, c’è speranza per chi riconosce questi desideri idolatri. Giacomo 4:6 dice “egli ci accorda una grazia maggiore; perciò, la Scrittura dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».” Dobbiamo renderci umili davanti a Dio, chiedendo il suo perdono per questi desideri. Dio è pronto a darci la sua grazia che ci perdona per mezzo di Gesù Cristo. La settimana prossima ne parleremo in modo più preciso, suggerendo alcuni desideri idolatri che si celano dietro la nostra rabbia.