Gli evangelici: Qual è la differenza?

Di Massimo Mollica

Benché la fede evangelica sia diffusa in tutto il mondo, è ancora poco conosciuta in Italia. Storicamente, la fede evangelica è stata ben riassunta in cinque affermazioni che chiariscono il vangelo biblico, prendendo le distanze dal pensiero della Chiesa cattolica romana. A chi mi chiede quali siano le differenze sostanziali, cito queste cinque affermazioni che iniziano tutte con la parola “solo”.

SOLA SCRITTURA (Sola Scriptura)

Come stabilisci a che cosa credi? In base a quale criterio consideri una cosa giusta o sbagliata? Sono principi che hai appreso dai tuoi genitori, dalle tue riflessioni sulla vita, dalla Chiesa o dalla società? Attingi dalla filosofia o dalla tua esperienza? Qualunque sia la fonte delle tue convinzioni, essa è de facto l’autorità a cui ti sottometti per la tua vita.

A queste domande un evangelico risponderebbe “Sola Scrittura”, perché la Bibbia è l’unica fonte di rivelazione divina. Perciò la Sacra Bibbia è l’unica autorità in ogni questione di fede e di vita pratica a cui dobbiamo vincolare la nostra coscienza.

La Chiesa romana sostiene, invece, che sullo stesso piano ci sono due fonti di rivelazione divina: la Sacra Scrittura e la Sacra Tradizione. Esse formano una triplice autorità insieme al Magistero della Chiesa. Tuttavia, non sono proprio alla pari, perché è il Magistero che stabilisce qual è la giusta interpretazione delle fonti di rivelazione divina, siano esse della Bibbia o della Tradizione. Il papa come capo della Chiesa fa parte del Magistero insieme ai vescovi. In questo modo, la Parola di Dio sembra essere sottoposta alla Chiesa.

Per la fede biblica, evangelica, è vero il contrario: ogni tradizione e dottrina, anche la Chiesa stessa, deve essere ricondotta alla Parola di Dio e deve essere scrutata e valutata alla luce della Bibbia, perché solo essa è ispirata da Dio. L’Apostolo Paolo afferma: “Ogni Scrittura è ispirata da Dio” (2 Timoteo 3:16-17). L’Apostolo Pietro dichiara che nessuna parola della Bibbia “venne mai dalla volontà dell’uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo” (2 Pietro 1:21). La Bibbia ha origine in Dio, è il vero soffio divino; perciò, è infallibile e autorevole in tutto e per tutto. Questo fa della Bibbia l’unico strumento adeguato e sufficiente per distinguere ciò che è degno di fede da ciò che non lo è.

Dio non si è servito di secoli di tradizioni umane per definire la verità cristiana. Già nel primo secolo si poteva dire riguardo alla fede, intesa come credo cristiano, “è stata trasmessa ai santi, una volta per sempre” (Giuda 3). Dio la rivelò nella Sacra Bibbia. La tradizione, perciò, serve a spiegare la verità già esistente e consegnata nella Bibbia. Purtroppo, nel corso dei secoli, la Chiesa romana ha riconosciuto come rivelazione divina dottrine e credenze non conformi alle Scritture. Un’indagine approfondita della Bibbia rivela che il purgatorio, le indulgenze, i dogmi mariani dell’Immacolata Concezione e dell’Assunzione di Maria Vergine in cielo, la preghiera ai santi e l’infallibilità papale non sono confermate dalla Bibbia. Ma la Chiesa li approva appellandosi alla Tradizione. Gesù, invece, afferma che la parola scritta di Dio è l’autorità decisiva, ultima e finale al di sopra di ogni tradizione (Marco 7:1-13). La coscienza dell’uomo deve essere vincolata soltanto dalla Parola di Dio nella Sacra Bibbia perché solo in essa Dio ha rivelato come l’uomo può essere salvato e come deve vivere come cristiano.

SOLO CRISTO (Solus Christus)

Noi siamo separati da Dio. La Bibbia dichiara che la causa di questa separazione è la nostra disubbidienza a Dio, il peccato che corrompe interamente la natura umana. Ma chi può ristabilire la pace tra noi e Lui? Chi farà da mediatore fra noi e Dio?

Per tre motivi, basati sulle verità bibliche, un evangelico risponde: “Solo Cristo”.

Cristo è l’unico Salvatore del mondo

Per quanto popolari e seguiti possano essere i maestri e i fondatori di altre religioni, solo Gesù Cristo può salvarci dai nostri peccati. Egli dice: “Io sono la via, la verità e la vita, nessuno viene al Padre; se non per mezzo di me” (Giovanni 14:6). Quest’unica via di salvezza è ribadita anche dall’Apostolo Pietro: “In nessun altro è la salvezza; perché non vi è sotto il cielo nessun altro nome che sia stato dato agli uomini, per mezzo del quale noi dobbiamo essere salvati” (Atti 4:12). Le parole di Gesù e degli apostoli non lasciano alcuno spazio al dubbio.

Cristo è l’unico sacrificio per i peccati

Siamo tutti d’accordo che chi commette un reato, dev’essere punito adeguatamente dalla legge. Altrimenti che giustizia è? Tutti abbiamo peccato contro Dio (Romani 3:23). In Lui non c’è nulla di imperfetto o di male. Egli è giusto, perciò non può ignorare o sorvolare il peccato. Sarebbe come se lo approvasse. La pena del peccato è la morte (Romani 6:23), l’eterna e definitiva separazione dal Creatore.

C’è un solo modo per essere perdonati da Dio senza che Egli violi la propria giustizia: qualcuno deve essere condannato per i nostri peccati. La Bibbia dice che “senza spargimento di sangue, non c’è perdono” (Ebrei 9:22). Solo Cristo, innocente e moralmente perfetto, che non doveva morire per le proprie colpe, ha potuto sostituirsi a noi e sacrificarsi al nostro posto. L’Apostolo Paolo lo esprime così: “Dio mostra la grandezza del proprio amore per noi in questo: che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo è morto per noi” (Romani 5:8). La morte di Gesù ha placato completamente l’ira giusta di Dio contro il nostro peccato. La sua risurrezione è la prova che Dio ha accettato il suo sacrificio e che Lui ha sconfitto la morte, cioè la pena del peccato.

La Bibbia dice chiaramente che il sacrificio di Cristo è unico, sufficiente e perfetto e non deve essere ripetuto (Ebrei 7:25-27). Il suo valore è eterno: “Cristo ha sofferto una volta per i peccati, lui giusto per gli ingiusti, per condurci a Dio” (1 Pietro 3:18). La Chiesa romana, però, sostiene che il sacrificio di Cristo viene ripresentato nel rito dell’eucaristia nella Messa. Però, se il sacrificio di Gesù si ripresenta nella Messa, come fa ad essere veramente unico?

La Chiesa romana sostiene anche che chi muore nella grazia, vale a dire un fedele, deve scontare le pene temporali dei propri peccati nel purgatorio. C’è da domandarsi, allora, se sono necessari ulteriori sofferenze nell’aldilà, il sacrificio di Gesù è stato davvero sufficiente?

Cristo è l’unico mediatore fra Dio e l’uomo

L’Apostolo Paolo scrive: “C’è un solo Dio e anche un solo mediatore fra Dio e gli uomini, Cristo Gesù uomo” (1 Timoteo 2:4). Uno solo. Quando un evangelico dice “Solo Cristo,” sta affermando che nessun altro al di fuori di Gesù è qualificato per fare da mediatore tra l’uomo e Dio, perché solo Gesù ha in sé la pienezza di Dio e allo stesso tempo è veramente uomo. È il Figlio di Dio incarnato, il Dio-uomo.

La Chiesa romana, invece, afferma sé stessa come mediatrice, insieme a Cristo, sostenendo che non vi è salvezza al di fuori della Chiesa. La Madonna è altrettanto considerata una mediatrice fra l’uomo e Dio e i santi canonizzati intercedono per quelli che sono rimasti sulla terra, offrendo i loro meriti.  La Chiesa romana sostiene che Maria e i santi aiutano il fedele ad avvicinarsi a Cristo. La fede evangelica invece vede un grande pericolo nell’aggiungere e nell’affiancare questi alla mediazione e all’intercessione di Cristo. Si corre il rischio di togliere sostanzialmente qualcosa da Lui, oscurando la Sua gloria. Lo sguardo di fede, che deve essere fissato solamente e semplicemente su Cristo, rischia di diventare uno sguardo di fede annebbiata da Maria e dai santi. La fede evangelica afferma la sufficienza dell’intercessione di Gesù, come la Scrittura dice, “Perciò egli può salvare perfettamente quelli che per mezzo di lui si avvicinano a Dio, dal momento che vive sempre per intercedere per loro” (Ebrei 7:25).

SOLA FEDE (sola fide)

Cosa bisogna fare per essere salvati e avere la vita eterna? La Bibbia è chiara: “Credi nel Signore Gesù, e sarai salvato” (Atti 16:31). Anche il peggior peccatore può ricevere il perdono da Dio e diventare giusto davanti a Lui se pone la sua fede in Cristo: “L’uomo è giustificato mediante la fede senza le opere della legge” (Romani 3:28). Benché colpevoli di aver trasgredito la legge di Dio, Egli, in quanto nostro Giudice, ci giustifica o ci dichiara giusti, senza alcuna opera o merito da parte nostra. Né la nostra bontà né le nostre opere sono coinvolte nella salvezza dell’anima. È donata gratuitamente a chi crede in Cristo Gesù, in quello che Egli ha compiuto morendo sulla croce al posto nostro. La morte di Gesù aveva questo scopo: Dio lo ha punito come se Lui avesse commesso i nostri peccati per poter dichiarare giusto il peccatore, come se avesse vissuto la vita perfetta di Gesù. L’Apostolo Paolo spiega “a chi non opera ma crede in Colui che giustifica l’empio, la sua fede è messa in conto come giustizia” (Romani 4:5). Lo scambio dei nostri peccati con la giustizia di Cristo può avvenire attraverso la fede soltanto. Avere fede non significa riconoscere la mera storicità della persona di Gesù Cristo. Significa piuttosto credere nel suo sacrificio fino al punto di dipendere totalmente da Lui per la salvezza dell’anima. È una fiducia personale in Gesù Cristo.

Qui veniamo alla differenza principale tra gli evangelici e la Chiesa romana. La Bibbia dichiara esplicitamente che “è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio. Non è in virtù di opere affinché nessuno se ne vanti” (Efesini 2:8-9). La Chiesa romana, pur affermando l’importanza della fede, insiste che il sistema sacramentale, insieme alle opere e alla carità, aiuta il fedele a meritare la vita eterna. La fede biblica, invece, è quando il peccatore abbandona ogni speranza nei propri sforzi per confidare in Cristo. Senza questo tipo di fede, non c’è salvezza. La fede evangelica si chiede quanto l’enfasi della Chiesa romana sul sistema sacramentale e sulle opere sia compatibile con l’insegnamento biblico sulla salvezza per sola fede, senza le opere.

SOLA GRAZIA (Sola Gratia)

Come abbiamo visto, non esiste cosa alcuna che tu possa fare per meritare la salvezza. Dio non è in debito con nessuno e non è obbligato a salvare i peccatori. La salvezza è per sola grazia.

Mentre “sola fede” parla dell’affidarsi solamente a Cristo per il perdono, “sola grazia” sottolinea il carattere immeritato e gratuito della salvezza. La grazia di Dio è il suo amore verso di noi, peccatori indegni. È basata esclusivamente sul suo carattere pietoso. Per grazia Egli ha provveduto alla salvezza per noi mandando suo Figlio Gesù Cristo a morire sulla croce. Persino la fede è un dono di Dio, come è stato già citato: “Infatti è per grazia che siete stati salvati, mediante la fede; e ciò non viene da voi; è il dono di Dio” (Efesini 2:8).

La Chiesa romana sostiene che la grazia è la capacità conferita da Cristo all’uomo di fare opere attraverso le quali lo aiuta a meritarsi la salvezza. Questa grazia è incanalata per mezzo di sacramenti, elemosine, penitenze, preghiere a Maria e agli altri santi. Per mezzo di questa grazia incanalata, l’uomo accresce i propri meriti. In questo modo, l’uomo partecipa alla propria salvezza.

È un concetto che segna una divergenza notevole tra gli evangelici e i cattolici. La Bibbia afferma che l’uomo non può collaborare con Dio per guadagnarsi la salvezza, perché è morto nei propri peccati e incapace spiritualmente (Efesini 2:1). L’unica speranza dell’uomo è che Dio abbia pietà di lui e intervenga per grazia. Ed è proprio quello che Egli fa: “Ma Dio, che è ricco in misericordia, per il grande amore con cui ci ha amati, anche quando eravamo morti nei peccati, ci ha vivificati con Cristo, è per grazia che siete stati salvati” (Efesini 2:4-5). Senza alcun merito, l’uomo è salvato per sola grazia.

Quando affermiamo che la salvezza è per “sola fede” e per “sola grazia” non intendiamo negare o sminuire l’importanza dell’ubbidienza a Dio. Intendiamo piuttosto dire che le nostre opere di ubbidienza non hanno alcun merito salvifico, e che sono il frutto dell’opera dello Spirito Santo nella vita del credente, come scrive l’Apostolo Paolo: “Infatti siamo opera sua, essendo stati creati in Cristo Gesù per fare le opere buone, che Dio ha precedentemente preparate affinché le pratichiamo” (Efesini 2:10).

SOLO A DIO LA GLORIA (Soli Deo Gloria)

La frase “Solo a Dio la Gloria” dà rilievo alla verità che il fine per cui Dio salva peccatori è per la Sua gloria e per nessun altro. Quando si aggiungono tradizioni umane alla Parola di Dio, mediatori a Cristo, opere alla fede e un sistema sacramentale alla grazia, la conseguenza inevitabile è che l’uomo e la Chiesa si prendono il merito della salvezza, minimizzando la gloria che è dovuta a Dio soltanto. Questo pericolo si osserva quando la Chiesa romana affianca al culto di Dio la venerazione di Maria e dei santi. Benché la Chiesa romana dica che non si adorano i santi e le loro immagini, ma si venerano, questa distinzione appare forzata e non trova alcun precedente nella Bibbia. Il Salmo 115:1 dice: “Non a noi, o SIGNORE, non a noi, ma al tuo nome da’ gloria”. Solo Dio ne è degno perché la salvezza è interamente opera sua (Apocalisse 19:1).

Sola Scrittura. Solo Cristo. Sola Fede. Sola Grazia. Solo a Dio la Gloria. Queste cinque frasi esprimono le cinque differenze più importanti tra gli evangelici e i cattolici. Sono da considerare profondamente perché definiscono il vangelo biblico, rivelatoci nella Bibbia da Dio, l’unico in grado di garantire la salvezza a chi crede.

I pastori della Lux Evangelica sono sempre disponibili per approfondire questi argomenti insieme, con spirito di amicizia e di ricerca onesta. Ci farebbe piacere parlarne con te e sapere cosa ne pensi. Se hai voglia di approfondire l'argomento scrivici un'e-mail a info@luxevangelica.org

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